PSICOLOGO
PSICOTERAPEUTA
SESSUOLOGO

CHISONO

Sono Matteo Merigopsicologo, psicoterapeuta, sessuologo clinico e consulente di coppia. Lavoro nel mio studio privato a Brescia, dove ricevo persone che portano i loro vissuti, le loro difficoltà e le loro risorse, allo scopo di migliorare la qualità della vita e superarne i momenti complessi.

Ogni persona è unica, con il proprio
bagaglio di esperienze, risorse e difficoltà.
E insieme possiamo lavorare per
superare il disagio.

ILMIOAPPROCCIO

La Psicoterapia

Descrivere il lavoro della psicoterapia, non è sicuramente facile.
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Sessuologia Clinica

La sessuologia è la disciplina che studia gli aspetti biologici, medici, psicologici, pedagogici continua a leggere...

Psicoterapia Ipnotica

La psicoterapia ipnotica è un mezzo di comunicazione, cioè di una situazione che si applica continua a leggere...

Il nostro pensiero deve essere come l’acqua: fluido, vitale, semplice nella sua complessità e in grado di assorbire nuove risorse dagli ostacoli della vita. Ecco come lavoreremo insieme.

Quali consulenze

Consulenze per disturbi legati alla sfera sessuale, ansia, depressione, disturbi di personalità, disturbi dell'umore, motivazione allo sport e allo studio. Vuoi approfondire le aree di intervento? Clicca su Sessuologia, Ipnosi e La psicoterapia.

Metodologia di lavoro

Utilizzo la Psicoterapia ipnotica partendo dal presupposto che tutti noi abbiamo le risorse per risolvere le nostre problematiche.
Vuoi sapere cos’è l’ipnosi neo-ericksoniana? Scopri chi è e come lavora lo psicoterapeuta ipnotico.

Risoluzione del problema

Per usare una metafora, è come se avessimo un salvadanaio pieno di monete e non sappiamo come aprirlo. Il mio ruolo è quello di indicare dove si trova la chiave e lasciare alla persona la possibilità di utilizzare al meglio le monete.

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Consulenza online

La seduta di terapia online è molto simile a una seduta di terapia tradizionale in studio ma si svolge attraverso Skype.

Solo con uno smartphone, un computer o un tablet potremo realizzare le sedute da dove vuoi: da casa tua o dal resto del mondo.

faq

I percorsi non sono mai standard e variano a seconda del problema e della persona. Alcuni possono durare pochissimi incontri, in particolare per le consulenze sessuologiche o per alcune situazioni che hanno un limite temporale (per esempio, l’accompagnamento al parto), mentre altri percorsi possono richiedere un tempo più lungo.

Di norma, quando parliamo di “terapia breve”, intendiamo un percorso che è all’interno dell’anno, mentre le “terapie lunghe”, richiedono parecchio tempo di lavoro.

Il percorso ericksoniano rientra nelle terapie brevi.

E’ una domanda che mi sento fare spesso e di solito rispondo usando una metafora.

Sicuramente ti sarà capitato di compiere un tragitto a piedi, in automobile o in bicicletta. Durante il tragitto, il cervello deve eseguire, controllare e governare una serie di azioni, oltre a monitorare tutto quello che ci succede intorno. Quindi, durante la guida, noi acceleriamo, freniamo, svoltiamo, guardiamo gli specchietti retrovisori, controlliamo i vari indicatori. Oltre a questo, dobbiamo tener sott’occhio il comportamento degli altri, prevedendo quali azioni possono compiere  mentre siamo alla guida.

Per complicarci ulteriormente le cose, oltre a quanto scritto, il nostro cervello manda gli ovvi segnali ai muscoli involontari, per mantere l’organismo attivo e vivo.
Eppure, nonostante la complessità di queste situazioni,  capita spesso che la nostra fantasia si proietti in altre direzioni. Quindi mentre siamo alla guida, ci capita di pensare ad una litigata appena fatta, a cosa mangeremo più tardi, ad una persona appena conosciuta, alle vacanze che abbiamo fatto anni prima o quelle che stiamo per fare. Addirittura possiamo ricordare qualcosa e modificarlo nella nostra mente, pensando a cosa potevamo dire, o come potremmo risolvere un problema che appare senza soluzioni e chi più ne ha, più ne metta.
Eppure, nonostante la nostra fantasia sembra immersa nel suo mondo, se il semaforo diventa rosso, noi ci fermiamo.
Cosa significa questo? Semplicemente che l’esperienza dell’ipnosi è molto molto simile a quello che ho appena descritto.

Durante la seduta, la fantasia di chi entra nella trance ipnotica viaggia e si muove per far emergere le risorse inconsce, ma ha il pieno controllo di ciò che succede intorno e della propria identità.

La cosa peggiore in assoluto che può succedere durante una seduta, è che la persona si addormenti. Chiaramente poi si risveglia prima del termine dell’incontro.

Sfatiamo anche questo mito con un secco “NO”. 

Chi si rivolge ad uno psicologo, lo fa perchè desidera affrontare alcune situazioni della propria vita e cercare di modificarle in modo ottimale. 

Rivolgersi allo psicologo, significa cercare di cambiare il punto di vista su un problema e trovare quelle risorse che servono per migliorare la propria vita.

E se i presupposti sono questi, direi ancor di più che non si è assolutamente matti.

Lo psicologo psicoterapeuta non può prescrivere alcun tipo di farmaco. Anzi, ad esser del tutto sinceri, uno psicologo o psicologo psicoterapeuta, non può prescrivere assolutamente niente di assumibile dall’organismo. Nemmeno vitamine, zuccheri e quant altro.

Perchè questo? Perchè se non ha altro tipo di specializzazione,  tutto ciò che riguarda l’assunzione di un farmaco o alimenti, questo deve’ esser sempre prescritto da un medico o specialista.

Ora, il lavoro psicoterapico  è sempre centrato sulla parola, sul dialogo, sull’uso di tecniche e ristrutturazione del campo emotivo interiore, ma chiaramente, per alcune problematiche, non sempre è sufficiente questo tipo di lavoro e può esser utile anche il confronto con un medico che può aiutare il percorso di cambiamento.
Un lavoro in equipe con le diverse figure mediche, in alcuni casi, non solo è necessario, ma auspicabile per una buona riuscita del percorso tereapeutico.
Proviamo a pensare ad una difficoltà come un disturbo erettile. Se lo psicologo ha una buona conoscenza della problematica, sa che prima d’ogni altra cosa è fondamentale una visita specialistica da un andrologo per escludere qualsiasi tipo di problema organico e solo poi può iniziare a lavorare sugli aspetti psicologi.
Personalmente, avendo dei buoni contatti con altri medici e confrontandomi spesso sulle tematiche psicologiche ed organiche, so che se invio a medici specializzati nei diversi campi della persona, questi hanno a cuore il benessere primario del paziente. Quindi, nel caso ci sia da somministrare un farmaco, in tutto l’iter il paziente è seguito e non abbandonato. Nel mio caso, anche il supporto psicologico, diventa importante per superare la difficoltà nei tempi giusti.

Spesso alcune professioni vengono erroneamente intese come simili. Psichiatra, psicologo, psicotereapeuta e psicanalista, a volte vengono confusi ed intesi come uguali. In questi anni poi, anche altre figure come i mental coach o counselor, son diventati d’uso comune ed equiparati erroneamente alle figure precedenti.
Facciamo un po’ di chiarezza.

Lo psicologo è un professionista che, dopo un percorso di studi universitario magistrale di 5 anni, tirocinio ed esame di stato, lavora nel campo della promozione del benessere psicologico. Il suo principale strumento di lavoro è il colloquio, che si può applicare in differenti campi. Non da meno anche la testistica psicologica che sta diventando sempre più un importante strumento di valutazione, conoscenza e di sviluppo, dal clinico allo sportivo, dal lavoro alle cure primarie.
Per prendere un esempio, uno psicologo che lavora nell’ambito clinico può fare diagnosi, ma non può lavorare con disturbi psicologici o psichiatrici. In quel caso, il professionista svolge counseling psicologico, materia di esclusiva competenza solo degli psicologi e il suo aiuto, è compreso tra la somministrazione del test e l’indirizzamento verso una soluzione adatta, dalle tecniche, all’invio verso altre figure. 

Lo psichiatra, invece, è un medico laureato in medicina  e chirurgia con specializzazione in psichiatria. La sua branca di lavoro è centrata sulla promozione della cure della riabilitazione dei disturbi mentali e dei comportamenti patologici. Lo psichiatra valuta sintomatologia e decorso clinico, proponendo un’adeguata cura farmacologica e/o psicoterapeutica.
Il suo ruolo è quindi strettamente clinico e molto spesso gli psichiatri si dedicano anche alla psicoterapia.

Lo psicoterapeuta, per integrare il discorso,  è uno psicologo o medico che dopo l’abilitazione, decide di intraprendere un percorso quadriennale presso una scuola di specializzazione universitaria o riconosciuta dal MIUR. Oltre allo studio, per Legge lo psicoterapeuta in formazione, deve svolgere nuovamente tirocinio sotto la supervisione di colleghi più esperti. 

Il suo intervento è mirato alla risoluzione delle difficoltà della persona, attraverso tecniche riconosciute dal mondo medico e psicologico. Esistono diversi modelli formativi e di approccio clinico al problema.
I più noti, per citarne alcuni,  sono la cognitivo comportamentale, l’approccio sistemico relazionale, la Gestalt,  l’ipnotico, la psicologia positiva, la psicanalisi ed altre.
Il mio approccio, per esempio, è quello neoericksoniano  (o ipnotico), creato dalla scuola di Mosconi nel 1958 e dall’ Associazione Medica Italiana per lo Studio della Ipnosi (AMISI).

Lo psicanalista, infine, è uno psicoterapeuta che utilizza un approccio centrato sulla psicanalisi, metodo nato con Freud e che prevede, tra le altre, un profondo e continuo lavoro del terapeuta su se’ stesso.
Ora, a parte la preparazione universitaria, tutte queste figure presentano degli obblighi di Legge e deontologici, nonchè l’iscrizione ad Albi pubblici che certificano il percorso di studi, nonchè altre resposabilità come la “formazione continua” (i cosidetti ECM) e la tutela della privacy.
Negli ultimi anni si sono aggiunte anche altre figure come i mental coach o i counselor non psicologi. Questi, oltre a non aver l’obbligo di iscrizione ad albi pubblici, possono anche tralasciare l’istruzione universitaria o, ancor peggio, non aver alcun tipo di formazione specifica e tanto meno tirocinio e supervisione di esperti. A volte utilizzano tecniche psicologiche apprese alla “bene e meglio”, attraverso corsi di formazione (anche di solo un week end) gestiti da privati o molto improvvisati. In alcuni casi, hanno formazioni apprese all’estero che però non hanno alcun valore legale in Italia o sono create da finte università straniere. In altre situazioni ancora, hanno attestati che non hanno alcun valore legale, se non all’interno dell’albo privato.
Il consiglio che do, in maniera del tutto disinteressata, è di rivolgersi sempre a professionisti certificati dagli Albi Pubblici e di scegliere con cura il proprio professionista a cui affidarsi.

Cosa dicono i pazienti - da guidapsicologi.it

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